Varoufakis: «La Grecia pagherà la rata da 312 milioni all’Fmi»

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di Giorgio Russo

La Grecia pagherà la rata da 312 milioni dovuta al Fondo monetario il 5 giugno, perché per allora sarà raggiunto l’accordo con i creditori. Lo ha detto ad Atene il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, annunciando una tassa sulle transazioni bancarie e una sanatoria sui depositi occulti all’estero tassandoli al 15%. «Sono un ottimista cronico - ha spiegato alla Cnn il più criticato rappresentante del governo di Alexis Tsipras - posso dire che effettueremo il pagamento e non ho dubbi che alla fine raggiungeremo un accordo con le istituzioni e i partner europei» ha spiegato Varoufakis, sottolineando che «tutti sanno che lo Stato greco non può pagare senza un accordo». Il ministro ha ricordato che il governo ha onorato «tutti gli obblighi per quattro mesi, dando fondo a tutte le risorse di liquidità», ma ha negato che non ci siano più soldi in cassa.

Atene deve restituire 1,6 miliardi

I pagamenti di Atene ai suoi creditori non sono finiti: la Grecia infatti deve restituire all’Fmi circa 1,6 miliardi di euro in quattro rate con la prima dovuta proprio il 5 giugno che ammonta a circa 300 milioni. Negli ultimi giorni diversi esponenti del governo greco avevano annunciato che Atene non sarebbe stata in grado di pagare senza un accordo con i creditori che sbloccasse nuovi aiuti finanziari. A questo proposito Varoufakis ha annunciato delle possibili novità: la Grecia starebbe considerando la possibilità di applicare una leggera tassa sui bancomat bancari per incoraggiare l’uso delle carte di credito mentre è esclusa una tassa sui depositi bancari. Varoufakis ha aggiunto anche che il governo è in trattative con le autorità svizzere per offrire ai contribuenti greci con conti all’estero, la possibilità di dichiararli volontariamente, pagando su di essi un’aliquota intorno al 15% per evitare così sanzioni peggiori. La misura dei bancomat verrebbe invece introdotta nell’ambito di un pacchetto di provvedimenti per combattere l’evasione fiscale. «Tra questi - ha spiegato il ministro delle Finanze - potrebbe esserci una piccola tassa sui ritiri dei bancomat. Lo stiamo discutendo come incentivo per l’uso delle carte di credito ma non è stato ancora deciso».

La smentita del governo

Eppure, a stretto giro, è arrivata una nota del ministero delle Finanze greco che ha smentito tale ipotesi. Il comunicato, in netta contraddizione con le dichiarazioni del ministro, ha spiegato che le stesse proposte lanciate da Varoufakis sono in realtà già state ritirate dal tavolo delle negoziazioni a causa dell’opposizione del governo di Atene, che non le ritiene sufficientemente efficaci per scoraggiare le transazioni in contanti. Una situazione che va ad alimentare il caos che ruota attorno al caso greco in un continuo susseguirsi di annunci e precisazioni che continuano a non portare da nessuna parte. Con i mercati ormai completamente contrastati: dopo la giornata nera di lunedì, le Borse hanno leggermente ripreso fiato con Milano positiva (+0,15%) ma il resto dell’Europa in territorio negativo con Francoforte a -1,50%, Parigi a -0,21% e Londra a -0,56%. «Se non si raggiunge un accordo sulla crisi greca il rischio è quello di innescare rilevanti effetti a catena nella Ue» ha detto Marco Buti, direttore generale per gli Affari economici e finanziari della Commissione Ue.

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